Il figlio di uno dei sette fratelli fucilati dai nazifascisti nel dicembre 1943 ha parlato di fronte a un auditorium gremito di studenti. Questo pomeriggio incontro con il Sindaco, Alessio Falorni
“L’antifascismo è un sentimento. Quando si parla di partigiani non si parla di eroi, ma di persone che erano già “partigiani”, prima di essere costretti a combattere davvero, per liberarci dal nazifascismo”. Aveva solo quattro mesi Adelmo Cervi, il giorno in cui il padre Aldo e i suoi sei zii furono fuciliati dai nazifascisti nel dicembre 1943. E ha trascorso una vita intera a raccontare la scelta di partecipare al movimento di resistenza da parte dei suoi familiari, senza mai cedere alla retorica del “mito” (“non hanno ucciso un mito, hanno ucciso mio padre”, e io “un po’ ce l’ho con questo mito perché mi ha portato via mio padre”), ma cercando di spiegare ai giovani cosa aveva significato il fascismo per l’Italia.
E lo ha fatto anche questa mattina, all’Istituto “F. Enriques”, di fronte a un auditorium gremito di studenti, nel corso di un incontro promosso e organizzato dall’ANPI e dallo SPI CGIL insieme alla dirigenza dell’Istituto nell’ambito del progetto “Memoria”. Sono intervenuti la dirigente scolastica, prof.ssa Barbara Degl’Innocenti, il presidente dell’ANPI, Marco Cappellini, la segretaria della Lega SPI CGIL, Nadia Meacci (che è stata per molto tempo anche insegnante dell’Enriques, occupandosi dello stesso progetto).
Adelmo Cervi ha ricordato che il padre e i suoi fratelli venivano da una famiglia di cattolici praticanti, contadini mezzadri soggetti a condizioni di vita servili (“se non si comprende cosa era la mezzadria all’epoca, è difficile capire tante cose”) ripercorrendo alcuni momenti significativi della loro vita, come l’arresto del padre, nel 1929, e la detenzione del carcere di Gaeta. Si è poi soffermato sul valore della nostra Costituzione repubblicana, lamentando magari che – oggi – venga disattesa in molti punti.
Oggi pomeriggio (ore 16.30) Adelmo Cervi incontrerà il Sindaco Alessio Falorni al Ridotto del Teatro del Popolo, per una chiaccherata sul tema “Il trattore e il mappamondo: conversazione con Adelmo Cervi”. Al termine della serata ci sarà anche l’opportunità di visitare la mostra nelle sale espositive, con le foto, i documenti inediti e le biografie di alcuni antifascisti di Castelfiorentino.
“Siamo felici di questa iniativa promossa dall’ANPI e dallo SPI CGIL – osserva il Sindaco, Alessio Falorni – e siamo onorati di questa presenza di Adelmo Cervi, che ha voluto portare la sua testimonianza su una delle pagine più tragiche della lotta partigiana. Un evento che rientra a pieno titolo nelle iniziative promosse in occasione della ricorrenza del 25 aprile, e che vede quest’anno Castelfiorentino nel ruolo di comune capofila insieme a Certaldo, Poggibonsi, Colle Val d’Elsa, San Gimignano e Monteriggioni. Oggi, più che mai, è importante non solo ricordare, ma soprattutto conoscere, approfondire e capire cosa ha rappresentato per l’Italia l’esperienza dell’antifascismo e della lotta di Liberazione”